Creare appartenenza e desiderio
Entri in un supermercato per fare la spesa. Ti avvii verso la scansia dei biscotti e quali marche ti verranno in mente? Generalmente hai 2, massimo 3 marchi che si sono posizionati nella tua testa e che ritieni validi, a livello di qualità e di prezzo. Penserai al Mulino Bianco e alle gocciole di cui forse non ricordi neanche il brand. Perché questo?
C’è davvero così tanta differenza tra i biscotti di quelle marche e gli altri? La risposta è no, o meglio, la differenza è minima ed è data dall’abitudine a quel tipo di gusto. Spesso i biscotti sono realizzati negli stessi stabilimenti di terze imprese.
Che differenza c’è tra la Coca-Cola e la Pepsi? Anche qui minima, solo abitudine.
Cosa fa veramente la differenza? Il marketing. Le storie che vi hanno raccontato, il desiderio che hanno generato, il senso di appartenenza che hanno costruito intorno ai loro marchi. Hanno creato la cultura del loro brand che è diventata la vostra cultura. “Io bevo Coca Cola perché sono figo come Michael Jordan, io bevo Pepsi perché sono alternativo come Agassi.”
E sapete una cosa? Quello che pagate di una Coca-Cola è al 70% marketing. Significa che il valore del prodotto è pari al 30%. È l’operazione che ha fatto Apple nel 1997 con lo spot sul Think Different. Per non parlare poi del mondo della moda dove i numeri legati al marketing schizzano alle stelle.